Finanziamenti Europei Indiretti: nel 2017 circa 25 mld di operazioni selezionate con fondi UE
Fondi UE: l’Italia perde l’occasione
Il programma comunitario 2014-2022 aveva destinato 42.7 mld all’Italia, la cifra più alta seconda solo alla Polonia, anche se purtroppo non abbiamo sfruttato l’occasione al meglio; infatti solo poco più della metà dei fondi UE sono stati selezionati in progettualità tese alla coesione dei territori e allo sviluppo delle regioni svantaggiate.
Sono in tutto 24.6 mld destinati soprattutto alle regioni del mezzogiorno, ma proprio queste ad eccezione della Calabria, hanno registrato la più bassa percentuale di impegni; al 28 Febbraio erano stati destinati 11.3 mld e spesi 4 in tutta Italia. Le migliori performance in merito sono state espresse da Lombardia, Emilia Romagna e Liguria.
I motivi vanno ricercati soprattutto nell’incapacità da parte della classe dirigente nel presentare progetti secondo i protocolli europei. In base a questo il Ministro per il Sud Barbara Lezzi ha recentemente sottoscritto l’impegno per un’azione di affiancamento alla Regione Sicilia, volta a concentrare gli sforzi in tal senso, in quest’ultimo scorcio di tempo utile.
Per quanto riguarda i FEASR (Fondi Europei Agricoli per lo Sviluppo Rurale) il bel paese risulta 22mo su 28 assegnazioni, avendo sfruttato solo il 34% dei 21 mld stanziati e per gli Fse (Fondi Sociali UE) 25mo con il 33% dei 17,7 mld utilizzabili.
L’Ungheria di Orban il paese più solerte
Gli altri paesi europei non sono molto più attenti dell’Italia nello sfruttare i finanziamenti europei per lo sviluppo regionale. L’Ungheria è la prima della classe con il 93% dei fondi impegnati e il 13% spesi, segue l’Irlanda con il 79% di impegno e una spesa pari ad 1/4. La Polonia il maggiore beneficiario in assoluto (105 mld in 7 anni), si attesta al 55% di impegno e al 13% di spesa.
L’Italia come sappiamo è al 51% in impegno e 5% in spesa, peggio di noi solo Croazia, Malta e Spagna. Una fotografia dell’Europa vede i paesi dell’Est (Visegrad) maggiormente impegnati nel reperire fondi a beneficio delle infrastrutture e dell’economia, mentre nel resto dell’Unione Europea soprattutto nei paesi del Sud, la maggior parte dei fondi impiegati riguardano ERASMUS.
Un’opportunità per i paesi terremotati
con 625 voti a favore, 5 contrari e 28 astenuti, il Parlamento europeo ha approvato a fine Maggio l’accordo sull’utilizzo del 95% dei fondi europei a favore della ricostruzione di territori vittime di disastri naturali come terremoti e/o alluvioni.
Il testo completo apparirà sulla Gazzetta Ufficiale del prossimo 25 Luglio e già ad Agosto i finanziamenti potranno essere spesi.
Il nuovo testo specifica una linea prioritaria di assegnazione delle risorse alle opere di ricostruzione quantificabile in circa il 95% dei fondi Fesr (regionali); il provvedimento avrà un’applcazione retroattiva al 1 Gennaio 2014.
In soldoni per l’Italia ci sarà più di 1 mld di € svincolati dai Fesr, che in assenza della delibera di fine Maggio non sarebbero stati utilizzabili per opere di ricostruzione post terremoto.
A questi vanno ad aggiungersi ulteriori 1,3 mld del fondo europeo di solidarietà, che sempre grazie alla delibera di Maggio sono stati veicolati verso la ricostruzione. Un autentico regalo da parte di Bruxelles, visto che tale operazione non intacca il patto di stabilità, ma anche i regali vanno sconfezionati per essere apprezzati. Chissà se l’Abruzzo finalmente si darà una mossa.