Finanziamenti europei 2014
Finanziamenti europei 2014. Nel corso dei prossimi giorni, inseguito alla costituzione del bilancio pluriennale da parte delle istituzioni europee, il governo italiano ha deciso di presentare alla Commissione europea la bozza relativa all’Accordo partenariato sulla programmazione dei fondi strutturali 2014-2022.
È un documento importante, data soprattutto la crisi economica che da tempo affligge il nostro Paese. I finanziamenti europei 2014 sono volti a sostenere i processi di crescita per il rilancio del sistema produttivo, l’incremento dell’occupazione e il miglioramento della coesione sociale.
Secondo i principi europei, le politiche di coesione interessano l’intero territorio nazionale con differenti modalità: le regioni del centro nord fanno parte delle regioni europee più sviluppate, mentre Sardegna, Abruzzo e Molise sono considerate regione in transizione.
E infine Campania, Basilicata, Puglia, Calabria e Sicilia sono fra le regioni meno sviluppate.
Secondo questi principi alle Regioni è rivolto, nel periodo 2014-20, un contributo complessivo di circa 30 miliardi di euro, di cui 7 per le regioni più sviluppate, 1 per le regioni in transizione e 20 per le regioni meno sviluppate.
Dobbiamo poi aggiungere gli importi del cofinanziamento nazionale corrispondenti agli stanziamenti comunitari. Nel campo degli interventi per lo sviluppo regionale, le politiche comunitarie andranno a sommarsi alle politiche nazionale, incentrate sul Fondo Sviluppo e Coesione che ha una allocazione nella legge di stabilità di circa 54 miliardi distribuiti negli anni di attività dei fondi.
Le politiche di sviluppo e coesione, nel complesso, potranno contare su circa 100 miliardi di euro. Sono risorse che verranno spese nel ciclo 2014-20, sostenendo un duplice ruolo: da una parte continuare nell’intervento di potenziamento e miglioramento dei contesti regionali; dall’altra assicurare un sostegno strutturale a processi di rafforzamento delle imprese, di incremento dell’occupazione, di miglioramento del tessuto sociale dopo la grande crisi.