Corte Europea: Italia inadatta alla gestione dei fondi europei

Corte Europea: Italia inadatta alla gestione dei fondi europei. Il Tribunale Ue ha ratificato la contrazione di 80 milioni di euro in merito ai finanziamenti europei alla Regione Puglia. Si tratta, in realtà, di una conferma di quanto assunto dalla Commissione europea nel 2009, contestata poi dall’Italia in un ricorso.

Secondo la Corte UE, però, le autorità italiane sono colpevoli di numerose carenze soprattutto per quanto attiene la gestione dei fondi europei, che conducono a irregolarità sistematiche. È stato allora confermato il taglio imposto dalla Commissione nel 2009.

Il Governo d’Europa aveva, in precedenza, rilevato numerose irregolarità nell’ambito del controllo dell’uso dei fondi. Ciò lo aveva portato a ridurre il finanziamento delle spese certificate dal relativo fondo (Fesr) alla Puglia, per una proporzione del 10%. Tradotto in valore assoluto ciò rappresenta 127 milioni di euro.

Tale contrazione è stata poi riletta al ribasso ed è divenuta 80 milioni di euro. Il Tribunale ha quindi in questi giorni confermato la legittimità della riduzione dei fondi. L’Italia subisce così una nuova battuta d’arresto nella gestione dei fondi europei.

La Corte ha riportato nella sentenza che: “Nel 2007 la Commissione ha effettuato un audit dei sistemi di gestione e di controllo istituiti dalle autorità italiane e ha concluso che non avevano stabilito un sistema che garantisse una buona gestione finanziaria dei fondi”. Un nuovo controllo nel 2007 ha confermato che l’Italia non si era adattata agli obblighi cui era tenuta.

. Il Tribunale Ue ha ratificato la contrazione di 80 milioni di euro in merito ai finanziamenti europei alla Regione Puglia. Si tratta, in realtà, di una conferma di quanto assunto dalla Commissione europea nel 2009, contestata poi dall’Italia in un ricorso.

Secondo la Corte UE, però, le autorità italiane sono colpevoli di numerose carenze soprattutto per quanto attiene la gestione dei fondi europei, che conducono a irregolarità sistematiche. È stato allora confermato il taglio imposto dalla Commissione nel 2009.

Il Governo d’Europa aveva, in precedenza, rilevato numerose irregolarità nell’ambito del controllo dell’uso dei fondi. Ciò lo aveva portato a ridurre il finanziamento delle spese certificate dal relativo fondo (Fesr) alla Puglia, per una proporzione del 10%. Tradotto in valore assoluto ciò rappresenta 127 milioni di euro.

Tale contrazione è stata poi riletta al ribasso ed è divenuta 80 milioni di euro. Il Tribunale ha quindi in questi giorni confermato la legittimità della riduzione dei fondi. L’Italia subisce così una nuova battuta d’arresto nella gestione dei fondi europei.

La Corte ha riportato nella sentenza che: “Nel 2007 la Commissione ha effettuato un audit dei sistemi di gestione e di controllo istituiti dalle autorità italiane e ha concluso che non avevano stabilito un sistema che garantisse una buona gestione finanziaria dei fondi”. Un nuovo controllo nel 2007 ha confermato che l’Italia non si era adattata agli obblighi cui era tenuta.

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